Quando i poteri pubblici violino le libertà fondamentali ed i diritti garantiti dalla Costituzione, la resistenza all’oppressione è diritto e dovere del cittadino” (*)
COSTRUIAMO INSIEME UNA RETE PER LA POLITICITÀ SOCIALE
È l’ora giusta!
Fondiamo una nuova forza politica per una diversa idea di mondo
Una sintetica premessa
La scarsità e le sofferenze sono una realtà non uno spettro
Un numero crescente di cittadine e cittadini italiani vive una condizione di disagio economico, sociale e politico e di grande preoccupazione per il futuro dell’Italia e dell’Europa. Riteniamo che una delle principali cause sia individuabile nel degrado delle istituzioni politiche, minate da antiche patologie mai curate. Per dare solo alcuni esempi delle “patologie” citiamo:
- L’accentramento in un’unica persona di due o più cariche diverse che non dovrebbero essere sovrapponibili (come Presidente del Consiglio e segretario di partito). La commistione dei ruoli istituzionali (governo, parlamento) con quelli propri della società civile (tra cui il partito).
- La forte instabilità dei governi dalla fondazione della Repubblica ad oggi. Ci sono stati infatti 67 esecutivi in 75 anni con la conseguente inefficacia dell’azione di governo.
- Il mancato rispetto della carica attribuita col voto dai cittadini abbandonandola per poter essere eletti in mansioni più prestigiose o meglio remunerate.
- La politica intesa come occupazione permanente delle istituzioni grazie a successivi passaggi da un’istituzione pubblica a società partecipate e viceversa, al fine di mantenere la propria posizione di potere e di reddito.
Questo progressivo degrado insieme ad altri fattori destabilizzanti ha svilito la vita politica italiana privando di fatto la cittadinanza di strumenti e spazi adeguati per partecipare alle scelte che riguardano il nostro futuro.
- Per superare tutto ciò vogliamo favorire l’affermazione di un modello per “fare politica” alternativo a quello vigente e che rimetta al centro della politica le persone.
- Per perseguire questo obiettivo ti/vi invitiamo a costruire insieme una rete nazionale che valorizzi oltre alle singole persone anche la vivacità dell’associazionismo, del volontariato e delle liste civiche locali. Se queste realtà collaborassero si creerebbe una significativa massa critica per il cambiamento.
La necessità di una rete per la politicità sociale
Una rete politica per ricostruire valori, rigenerare coscienza collettiva e partecipazione.
Per attuare questi obiettivi ti/vi invitiamo a costituire insieme a noi una rete paritetica, orizzontale, a conduzione condivisa.
Gli/le aderenti alla rete saranno sempre “protagonisti” e decideranno in modo democratico e trasparente le linee generali d’azione, gli obiettivi pratici, le regole e le modalità interne di organizzazione con il metodo del consenso: lavorare su ciò che unisce e discutere su ciò che divide.
La rete, nel pieno rispetto delle specificità di ciascuna componente, oltre a effettuare campagne di pressione sulle istituzioni e di sensibilizzazione della cittadinanza, non escluderà la possibilità di utilizzare la politica, con forme e metodi radicalmente nuovi, come utile e positivo strumento.
Il nostro obiettivo è avviare un processo di crescita culturale e politica che consenta di praticare la politicità sociale. A questo proposito citiamo la frase dello psicologo sociale Kurt Lewin “Non cambiare qualcosa combattendo la realtà esistente. Per cambiare costruisci un modello nuovo che renda la realtà esistente obsoleta”.
Alcune proposte
Sviluppare la democrazia del ragionamento e dei poteri liberi e trasparenti
Per realizzare una democrazia compiuta occorre sviluppare ciò che definiamo “politicità sociale”, dando alla società civile lo spazio politico e gli strumenti necessari per formarsi, confrontarsi, esprimere le proprie istanze e proposte e, quindi, per ridare senso e concretezza alla sovranità popolare.
Una delle sedi naturali per poter sviluppare la politicità sociale è il partito a patto che questo preveda procedure democratiche, partecipative e trasparenti, e non sia più uno strumento utilizzato per fini personali o al servizio di gruppi di potere bensì una struttura al servizio della comunità.
È necessario inoltre che l’attività del partito sia ben distinta da quella delle istituzioni dello stato e che tra i due ambiti si crei un continuo confronto e un efficace controllo, oggi inesistenti.
Proposte di attività d’immediata attuazione
Se vuoi guardare in alto volgi prima lo sguardo verso il basso
Alla luce di quanto detto sino ad ora, in considerazione del quadro politico e della possibile fine anticipata dell’attuale legislatura, riteniamo prioritarie alcune azioni affinché cittadine e cittadini possano, sin dalle prossime elezioni, scegliere i loro rappresentanti e interagire efficacemente con le istituzioni.
Ci sembra quindi opportuno proporre tre campagne nazionali per ottenere migliori strumenti per facilitare la partecipazione della cittadinanza all’attività politica, sociale ed economica.
- Campagna affinché la prossima legge elettorale ridia rappresentanza alla cittadinanza. L’Italia rischia di andare ancora una volta al voto con il “rosatellum”, che in più punti appare in aperto contrasto con la Costituzione: al riguardo è in atto una campagna di ricorsi per la sua verifica di costituzionalità, tesa a impedirne l’uso per le prossime elezioni e obbligare il Parlamento a rivedere la legge.
- Campagna per lo sviluppo degli strumenti complementari di democrazia partecipativa: revisione della legge 25 maggio 1970, n. 352 “Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo” in modo che la relazione tra i rappresentati e i rappresentanti in Parlamento non si limiti al solo momento del voto. Detta campagna deve anche mirare a facilitare alla cittadinanza l’utilizzo degli strumenti di democrazia partecipativa.
- Campagna per sensibilizzare la cittadinanza, i gruppi, le associazioni e le liste civiche sull’importanza della ”politicità sociale” e per la creazione della Rete per la politicità sociale. Nei primi mesi del 2022 sarà realizzata la “Settimana della politicità sociale” che prevederà una serie di conferenze locali per proporre il concetto di “politicità sociale” e per ampliare le adesioni a detta rete politica.
Il popolo che soffre e non agisce per rimuovere le cause della sua infelicità diventa complice del potere che l’opprime.
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Ci rendiamo conto che questo documento non esaurisce tutte le problematiche. La loro individuazione sarà fatta nel prossimo futuro dalla rete con i metodi già delineati più sopra.
In attesa di definire insieme un indirizzo per l’iniziativa, chi fosse interessato contatti la persona da cui ha ricevuto l’appello e i due documenti per approfondire: “La politicità sociale come nuova frontiera della politica” e “Bozza di un’Arca per l’Italia”.
(*) Riguardo al “diritto di resistenza”, questo fu approvato dalla Commissione per il Progetto di Costituzione che liquidò il seguente testo dell’art. 50 (poi divenuto 54):
“Ogni cittadino ha il dovere di essere fedele alla Repubblica, di osservarne la Costituzione e le leggi, di adempiere con disciplina ed onore le funzioni che gli sono affidate.
Quando i poteri pubblici violino le libertà fondamentali ed i diritti garantiti dalla Costituzione, la resistenza all’oppressione è diritto e dovere del cittadino”.
Il secondo comma fu abrogato in Assemblea.